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Maria ci indica che siamo amati per sempre da Dio
Editoriale di don Alberto
Molte sono le feste mariane dei prossimi giorni: l’Immacolata Concezione (festa patronale di Carimate), la Madonna di Loreto (sabato 10 dicembre), la Madonna di Guadalupe (12 dicembre), il veggente di Guadalupe Juan Diego Cuauhtlatoatzin (9 dicembre).
Nei primi giorni di dicembre 1531 Juan Diego giunto all'altezza del colle chiamato Tepeyac, udì un canto melodioso, come di uccelli rari. Si fermò stupito e dalla cima del colle una voce lo chiamò. Salì e vide una giovane Signora, dal vestito risplendente come il sole, in piedi sulla sommità, davanti alla quale cadde in ginocchio. Allora la Signora si rivolse a lui, dichiarando di essere la Perfetta Sempre Vergine Maria, la Madre del verissimo e unico Dio e gli ordinò di recarsi dal vescovo a riferirgli che desiderava che le si erigesse un tempio ai piedi del colle. Più volte Juan Diego andò dal vescovo ma dovette sempre scontrarsi con l’incredulità del vescovo. In una successiva apparizione la Signora lo invitò a salire sulla sommità del colle per cogliere i fiori che avrebbe trovato lassù. Juan Diego salì e si meravigliò di trovare la cima del colle coperta di bellissimi fiori di Castiglia; era il 12 dicembre, ormai inverno e inoltre il luogo, una desolata pietraia, non era adatto alla crescita di fiori simili. Juan Diego li colse, li ripose nella tilma (una specie di grembiule). Juan Diego si recò dal vescovo, quando fu in sua presenza aprì il mantello per offrirgli i fiori. Non appena questi caddero a terra, subito sul mantello si disegnò e si manifestò alla vista di tutti l'amata Immagine della Perfetta Vergine Santa Maria, Madre di Dio, nella forma e figura in cui la vediamo oggi, così come è conservata nella sua amata casa, nel tempio eretto ai piedi del Tepeyac e che invochiamo con il titolo di Madonna di Guadalupe.
La festa dell’Immacolata, a metà dell’Avvento ambrosiano, ci aiuta a sostare davanti a Maria meditando la sua capacità di sapersi creatura amata da Dio.
Da una riflessione di padre Ermes Ronchi: L’angelo Gabriele, lo stesso che «stava ritto alla destra dell'altare del profumo» (Lc 1,11), è volato via dall’incredulità di Zaccaria, via dall'immensa spianata del tempio, verso una casetta: dal sacerdote anziano a una ragazza, dalla Città di Dio a un paesino senza storia della meticcia Galilea, dal sacro al profano. Il cristianesimo non inizia al tempio, ma in una casa. La prima parola dell'angelo, il primo “Vangelo” che apre il vangelo, è: rallegrati, gioisci, sii felice. Apriti alla gioia, come una porta si apre al sole: Dio è qui, ti stringe in un abbraccio, in una promessa di felicità. Le parole che seguono svelano il perché della gioia: sei piena di grazia. Maria non è piena di grazia perché ha risposto “sì” a Dio, ma perché Dio per primo ha detto “sì” a lei, senza condizioni. E dice “sì” a ciascuno di noi, prima di qualsiasi nostra risposta. Che io sia amato dipende da Dio, non dipende da me. Quel suo nome, “Amata-per-sempre” è anche il nostro nome: buoni e meno buoni, ognuno amato per sempre. Piccoli o grandi, tutti continuamente riempiti di cielo. Il Signore è con te. Quando nella Bibbia Dio dice a qualcuno “io sono con te” gli sta consegnando un futuro bellissimo e arduo.

Don Alberto


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