In Esodo 20,8-11 troviamo “Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro.”

È il terzo comandamento del Decalogo; il sabato per noi cristiani è diventato il giorno della domenica perché è il “dies Domini”, ovvero è il giorno in cui si ricorda la resurrezione del Signore e che dona luce a tutti gli altri giorni della settimana.

Per rimanere in vita, ogni uomo ha l’“obbligo” di bere, mangiare, divertirsi, avere buona salute; ma l’essere umano è anche un essere spirituale e quindi ha l’“obbligo” di nutrire il proprio spirito, quindi di dedicare un giorno a Dio e partecipare alla santa messa e all’Eucaristia.

Certo che parlare di “obbligo” ha in sé un’accezione negativa: ma se sostituiamo “obbligo” con “soddisfare una necessità” allora già abbiamo una visione diversa: devo “soddisfare la necessità” di mangiare per vivere, devo “soddisfare la necessità” di nutrire la mia anima.

Ma perché dobbiamo andare a messa, allora? Perché Dio rappresenta il motivo per cui siamo vivi e dunque siamo disposti a tutto per amor Suo. Poi perché la partecipazione alla Messa è necessaria per una corretta vita cristiana che deve essere vissuta nella comunità: è in questo modo che si costruisce la Chiesa. Ricordiamoci che noi siamo le pietre che costituiscono la Chiesa.

Ma compiamo un ulteriore passo. Da “obbligo” siamo passati a “soddisfare la necessità”; ecco infine la vera novità che dobbiamo comprendere: andare a messa è un “invito”. Un invito che ci arriva direttamente da Gesù. Il nostro Signore ci invita a entrare in casa sua, ad essere suoi ospiti e vivere con lui qualche momento di riflessione, tranquillità e serenità. Condividere con il Padre le nostre preoccupazioni, ringraziare dei bei momenti vissuti durante la settimana, pregarlo per aiutarci nei nostri sani desideri di migliorare la nostra vita per noi e per i nostri cari.

Quando entriamo in chiesa, allora, sentiamoci proprio accolti da Gesù. Il Signore è emozionato nel vederci entrare, felice della nostra presenza, è l’ospite che ci accompagna al nostro posto e si siede accanto a noi.

Allora la santa messa non è più un obbligo, una necessità, una abitudine ma un momento di gioia, di condivisione, di nutrimento per lo spirito, per accrescere la nostra fede e sapere di essere amati da Gesù in ogni momento, non solo quando siamo in chiesa.

Coraggio, lui ci aspetta, ci invita ed è pronto ad accoglierci.