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“Signore, sei Tu… il regalo più grande!”
Editoriale di don Alberto
È questo il titolo del calendario d’Avvento che abbiamo distribuito ai bambini del catechismo di tutta la Comunità Pastorale. La casella di ogni giorno ha l’immagine di un regalo. E sul retro c’è una preghiera per ogni giorno: “Signore Gesù sei Tu il regalo più grande! È bello darti ascolto!”, “Signore Gesù, ti prego perché ci sia pace in tutto il mondo”, “Signore Gesù insegnami a chiedere scusa quando sbaglio”, “Signore sto attento alla tua voce, che cosa mi chiedi di fare oggi?”
Prendendo spunto da questo itinerario per i bambini del catechismo mi chiedo se l’incontro con il Signore Gesù è anche per me il REGALO PIÚ GRANDE.
Non posso rispondere in corsa a questa domanda. Troppe preoccupazioni, situazioni, volti si affollano a uno sguardo interiore superficiale. Mi devo fermare. Nel silenzio. Apro lo scrigno della mia vita: il mio cuore. Guardo con calma dentro al mio cuore. Rivedo la mia vita. “Quando, Signore, ti ho incontrato?”
Forse Signore sei passato quando fin da piccolo ti volevo bene: ricordo le chiacchierate con i preti della mia parrocchia, ricordo la forza dei segni della liturgia, ricordo le parole della Scrittura che fin da piccolo mi avevano colpito “non siete più stranieri né ospiti, ma familiari di Dio” (ma come io stesso familiare di Dio?!). Non ti ho visto Signore, eppure ho sentito la tua presenza come un DONO grande. 
Forse Signore sei passato anche attraverso i grandi desideri del mio cuore: conoscere il “perché?” delle cose, lo stupore per la musica, l’imparare ad aprire il cuore e ad amare le persone vicine, il volontariato con i poveri (ricordo un’amica che non aveva avuto ritrosia a cercare nel bidone della spazzatura delle case popolari di Milano le chiavi di casa di una vecchietta che abitava sola)… tanti desideri grandi. Non ti ho visto Signore, eppure ho sentito la tua presenza come un DONO grande. 
Forse Signore sei passato anche attraverso le mie paure: la paura del buio, della morte (ero bambino, a letto, e la mia mamma, venuta a rimboccarmi le coperte, rispose alle mie paure, che le avevo espresso, con un bacio in fronte: un segno di presenza che mi ha fatto capire di essere accompagnato non solo con le parole ma con affetto), la paura di essere solo, la paura di non avere una famiglia mia. Non ti ho visto Signore, eppure ho sentito la tua presenza come un DONO grande. 
Forse Signore sei passato anche attraverso le mie fragilità, le mie debolezze, le mie fatiche: ricordo ancora con vergogna quando, nella processione della mia Prima S. Comunione con il giglio in mano, la catechista ci aveva messo in fila a due a due e a fianco a me c’era una bambina diversamente abile (e tra me e me speravo - vi confido con vergogna- non la mettessero vicino a me, e invece…) e dandole la mano siamo entrati in chiesa: ero ancora un bambino eppure in quest’episodio forse Tu Signore c’eri eccome indicando, nel giorno della mia Prima Comunione, molto di più di quanto io potessi capire (e quanta strada mi hai fatto percorrere da quel giorno, o Signore!). Non ti ho visto Signore, eppure ho sentito la tua presenza come un DONO grande. 
Forse Signore sei passato anche ieri, negli incontri, nei volti: nelle Messe celebrate ieri, nei volti di coloro a cui ho portato la Santa Comunione, nell’ascolto delle persone che ieri ho incontrato nel sacramento della Riconciliazione, nelle sorprese della tua provvidenza in chi, con gesti di carità inattesa ma molto concreta ed efficace, ha risposto alle mie domande (“e chi ci aiuterà economicamente in questa nuova impresa?”), forse c’eri anche quando mi sono commosso nel vedere un anziano piangere per le fragilità del proprio fratello, forse c’eri anche nella fatica di prendermi cura di chi è fragile, forse c’eri anche quando ho ricevuto cura da parte di chi mi è vicino. Non ti ho visto Signore, eppure ho sentito la tua presenza come un DONO grande. 
Sì Signore Gesù, la mia vita è ormai impastata con la tua, anche se non ti vedo sono persuaso che tu sei il REGALO PIÚ GRANDE per la mia vita!

Don Alberto


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