È opportuno chiedersi, da dove partire, per trovare la genesi di una festa patronale. Una domanda che interessa noi di Novedrate, che ci accingiamo a festeggiare i SS. Donato e Carpoforo, martiri. Dice il Signore Gesù: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre”.
La radice della parola Patrono rimanda appunto al Padre. Il primo a lasciarsi attirare dal Padre è stato ed è proprio Gesù, Lui è stato attirato e si è affidato tutto al Padre. È venuto tra di noi per farci incontrare il Padre: “Io e il Padre siamo una cosa sola” e ha fatto sua la sua stessa paternità: “Senza il Padre non posso far nulla”. Lui è il primo Patrono.
Con Lui anche noi possiamo entrare in piena Comunione con il Padre: diventiamo anche noi patroni. Diventiamo paterni come il Padre: Abbiamo come programma di diventare “perfetti come è perfetto il Padre celeste”
I santi Patroni non ci assicurano solo protezione. Hanno fatto del Padre la misura della loro vita. Hanno dato la vita per glorificarlo, così come ha fatto Gesù, dal Padre hanno ricevuto la sua stessa vita, perché come il Figlio: “possa avere la vita in sé stessi”. I Patroni hanno ricevuto la vita e sono diventati generatori di vita come Gesù. Da loro, fino a noi, si è estesa questa comunicazione di vita senza mai interrompersi.
La Festa Patronale celebra questa catena di vita trasmessa fino a noi senza mai interrompersi (Quanti ne potremmo nominare di questi patroni conosciuti e meno conosciuti). La Festa Patronale rivive le esperienze di tutti i vivi e i morti che hanno reso possibile che questa catena di vita, iniziata da Gesù, arrivasse fino a noi e, perché no? continuasse anche dopo di noi. È la Festa Patronale.
don Giancarlo