Bentrovati! Questa frase è posta all’inizio del progetto pastorale del nostro Arcivescovo per l’anno 2022-2023, dal titolo Kyrie, Alleluia, Amen. Pregare per vivere, nella Chiesa come discepoli di Gesù. In questa proposta l’Arcivescovo ci invita a ritrovare la preghiera come fondamento del nostro rapporto con il Signore e di ogni nostra attività.
“La spiritualità non è un lusso raffinato, accessibile a coloro che hanno tempo e risorse per dedicarsi a esperienze di evasione dalla quotidianità… la spiritualità diventa itinerario, ricerca; la via per “stare bene” non è quella che conduce a ripiegarsi su di sé ma quella che porta ad un incontro”, l’incontro con il Signore Gesù! L’Arcivescovo chiede inoltre alle comunità di verificare com’è la nostra preghiera: e la misura alta che ci dà l’Arcivescovo è espressa con queste sue parole “vorremmo che le nostre comunità si riconoscessero anzitutto per essere case della preghiera, oltre che case della carità, scuole di preghiera, oltre che offerta di doposcuola.” Inoltre l’Arcivescovo ricorda che “meritano di essere proposte iniziative come l’ascolto comunitario della Parola di Dio nelle case vissuta come preghiera”.
Non mancano certo le fatiche anche nella nostra Comunità, fatiche che nascono dallo stare insieme di persone con caratteri, storie e modi di pensare molto diversi tra di loro.
La Chiesa non è un club di persone che la pensano allo stesso modo, ma di persone rimaste affascinate dall’incontro con il Signore Gesù!
Ritroviamo nella preghiera il motivo più vero e più profondo per cui ci diamo da fare, anche con tante attività, nelle nostre parrocchie: è il Signore Gesù!
Penso soprattutto per i più impegnati nelle nostre parrocchie, spesso sovraccaricati da troppi impegni, se non ritroviamo al centro delle nostre motivazioni il Signore Gesù possiamo tirare per un po’ il carretto, ma poi… si cede, e tutto quello che si era costruito si distrugge. C’è Gesù al centro della mia vita e del mio impegno in parrocchia? Ritrovare Gesù al centro delle motivazioni aiuta a superare, nel tempo, le fatiche e le arrabbiature che forse per delusione hanno fatto fare un passo indietro e allontanare dalla Comunità. Magari persone che nel passato hanno dato tanto alle Comunità.
È questa un po’ la ferita che dobbiamo rimarginare sapendoci chiedere scusa reciprocamente e ritrovare, insieme, lo sguardo del Signore che ci unisce in Comunità. Ci tengo particolarmente a questa attenzione. Dovremo trovare la modalità di una celebrazione comunitaria penitenziale in cui metterci tutti davanti al Signore e chiedergli perdono per le nostre divisioni.
Riprendiamo con slancio il cammino nel nuovo anno pastorale curando sempre di più la nostra preghiera personale e di Comunità!
don Alberto