Sommario:
Appello del Papa a vivere la Quaresima come percorso di conversione, preghiera e condivisione dei nostri beni, ci aiuti a rivisitare, nella nostra memoria comunitaria e personale, la fede che viene da Cristo vivo
Incontri a appuntmaenti di riflessione che ci apriranno la mente a una visione di Chiesa teologicamente più corretta, altri momenti ci aiuteranno a pregare sul nostro essere chiesa e in altri ancora ci metteremo in ascolto di testimonianze significative che possono esserci di suggerimento per i passi concreti da fare.
«Oggi c’è bisogno di una rinnovata stagione di impegno educativo, che coinvolga tutte le componenti della società», poiché l’educazione è «il naturale antidoto alla cultura individualistica, che a volte degenera in vero e proprio culto dell'io e nel primato dell’indifferenza.
All'inizio del tempo di Quaresima il teologo spiega il senso di questo "simbolo" per l'oggi. Nella vita aggredita e crocifissa dalla pandemia, lo sguardo deve essere rivolto non tanto alla mortificazione quanto alla vivificazione.
«Posso chiedervi di condividere lo strazio dell’impotenza?»: questo l’invito con cui monsignor Delpini chiede a genitori, adolescenti, giovani, preti, consacrati, insegnanti, educatori e a tutte le comunità di unirsi idealmente a lui nella preghiera che eleverà alle 20.45 nel Santuario di Seveso.
Secondo la consuetudine, la cenere viene ricavata bruciando i rami d’ulivo benedetti nella Domenica delle Palme dell’anno precedente. La cenere imposta sul capo è un «austero simbolo» che ricorda la nostra condizione di creature ed esorta alla penitenza.
Primo appuntamento con Mons. Buzzi (già Prefetto dell'Ambrosiana) che partendo dall'Evangelii Gaudium ci aiuterà a comprendere il cammino da fare come Chiesa e Comunità.
Carissimo Don Alberto, voglio ringraziarti nel nome mio e nel nome di tutta la povera gente di Aleppo. Mentre guardavo il bonifico mi è venuta in mente l’immagine di S. Giuseppe che si è donato totalmente alla Sua famiglia.
Colpisce profondamente la richiesta: c’è un dolore grande che lo fa soffrire, e chiede di poter condividere questo dolore. Capiamo subito di quale dolore si tratta: “riconosciamo la nostra impotenza: molti ragazzi e ragazze invece della concordia amano l’aggressione e la violenza verso gli altri e verso sé stessi”
Accogliere la Parola che chiama a conversione per praticare la «correzione»: da qui l'invito a valorizzare i percorsi penitenziali e a celebrare questo tempo con particolare intensità. In allegato il testo integrale