22 gennaio - La giornata della Parola di Dio

Dedicare una domenica alla Parola è stata una felice intuizione di papa Francesco che nella Lettera apostolica Misericordia et misera (20 novembre 2016) così scriveva: «Sarebbe opportuno che ogni comunità, in una domenica dell’anno liturgico, potesse rinnovare l’impegno per la diffusione, la conoscenza e l’approfondimento della Sacra Scrittura: una domenica dedicata interamente alla Parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo» (n. 7).
Le parole del papa pongono l’accento su un aspetto fondamentale della vita cristiana. Noi, infatti, abbiamo in mano la Bibbia (composta di Antico e Nuovo Testamento), ma nella fede leggiamo la Sacra Scrittura. Qual è la differenza? La Bibbia è una biblioteca che si può avvicinare con un interesse storico, culturale, religioso; scopriamo in quelle pagine la lunga e ricchissima vicenda del popolo d’Israele, i tratti della biografia di Gesù, la nascita della Chiesa primitiva. Non possiamo prescindere da quelle pagine perché esse hanno generato la cultura occidentale. Basti pensare all’arte: che cosa capiremmo della pittura italiana se non conoscessimo almeno un poco la Bibbia? E così è per la musica, la letteratura, il cinema. Quando però ascoltiamo la Sacra Scrittura il nostro approccio non è più solamente culturale, ma è all’interno dell’esperienza della fede. Per mezzo di questo ascolto si dischiude per noi la possibilità di percorrere un’avventura della mente e del cuore che, nell’intreccio tra il racconto e la vita, ci guida a riconoscere e a credere alla verità dell’annuncio che ha il suo culmine in Gesù. 
L’occasione di questa domenica è un’opportunità per riscoprire l’importanza della Parola di Dio nella vita cristiana. La Scrittura, infatti, nelle nostre comunità, la si considera ancora, al massimo, come un aiuto per la riflessione, una specie di immensa cava da cui trarre prezioso materiale per imbastire la catechesi, per riflettere su importanti valori, per accompagnare ricorrenze liturgiche. Invece il rapporto con la Scrittura è un rapporto diretto, nuziale. La Scrittura, se ascoltata assiduamente nella fede, ci dona una nuova capacità di capire, ci offre nuovi gusti, genera in noi una nuova mentalità. La frequentazione abituale della Parola di Dio ci muta completamente come sensibilità, intuito, ragionamento; perché ci dona continuamente, con una elargizione munifica e generosissima, quello che ci comanda di fare.

don Matteo Crimella
 

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