La comunione è l’obiettivo della comunicazione
La comunione è l’obiettivo della comunicazione
Il 19 gennaio abbiamo festeggiato un anno di Serenza insieme
Il 19 gennaio 2021 il nostro SERENZA INSIEME ha compiuto il primo anno di vita. Un unico bollettino parrocchiale per tutte e quattro le parrocchie della nostra Comunità pastorale San Paolo della Serenza: Beata Vergine Assunta, San Giorgio e Maria Immacolata, San Michele e Santi Donato e Carpoforo. Ogni parrocchia aveva il proprio bollettino parrocchiale con i propri avvisi.
Adesso non solo possiamo leggere gli avvisi di ogni parrocchia ma alcuni articoli sono d’aiuto alla formazione personale di tutti. Formarsi insieme aiuta, pur rispettando le diversità di ogni parrocchia, a creare uno sguardo comune tra le comunità.
Per festeggiare il primo anniversario del Serenza Insieme abbiamo chiesto un articolo al responsabile dell’Ufficio Comunicazioni sociali della nostra diocesi, dott. Stefano Femminis, giornalista professionista e primo laico a ricoprire quest’incarico.
Secondo una ricerca dell’Università Cattolica i cui risultati sono stati pubblicati il 18 gennaio, in Italia una parrocchia su due ha un account Facebook e il 70% delle parrocchie o delle comunità pastorali usa le tecnologie digitali per entrare in relazione con gli altri: dal sito web alle newsletter, dai canali social ai gruppi WhatsApp
Sono due dati, tra i tanti offerti dall’indagine, che testimoniano una notevole evoluzione nelle modalità comunicative della Chiesa italiana, in particolare in quel nucleo fondamentale che sono le parrocchie. Colpisce tra l’altro il fatto che i questionari da cui sono stati ricavati questi risultati siano stati somministrati tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, ovvero alla vigilia della pandemia che ha sconvolto il pianeta sotto molteplici punti di vista, non ultimo il nostro modo di vivere, praticare ed annunciare la fede. È ragionevole pensare che nei mesi scorsi l’utilizzo di strumenti digitali da parte delle parrocchie sia ulteriormente incrementato.
Non si tratta di fare l’apologia del web: “Internet è un dono di Dio”, ha detto papa Francesco in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali del 2014, chiarendo però in numerose altre occasioni che, come tutti i doni del Padre, anche questo è affidato alla cura e alla responsabilità dell’uomo, che può usarlo per il bene o per il male. Il punto, dunque, non sono gli strumenti che si usano ma l’intenzione, lo stile, gli obiettivi con cui li si usa. In questo senso vale sempre ricordare un concetto chiave, profeticamente proposto nel lontano 1971 dall’Istruzione pastorale Communio et Progressio ma ancora assolutamente attuale: “Scopo e paradigma della comunicazione è la comunione”.
Come lavorare per la comunione, attraverso la comunicazione, nell’era Covid, ovvero in un periodo in cui tutto spinge verso l’isolamento, la chiusura nel privato, la preoccupazione per gli interessi particolari? Come promuovere una comunicazione che non si “appiattisca” su protocolli e statistiche ma conservi il suo obiettivo pastorale e missionario? L’Ufficio per le Comunicazioni sociali della Diocesi, di cui chi scrive ha assunto da pochi mesi la direzione, può certamente offrire alcune indicazioni, incoraggiare un cammino, fornire la formazione necessaria, ma le risposte a queste domande devono arrivare anche (o soprattutto) dal territorio, dalle comunità, dalle parrocchie. In questo senso allora è molto incoraggiante il percorso compiuto da comunità come quella di San Paolo della Serenza, che nei mesi della pandemia non si è paralizzata davanti alle difficoltà ma anzi ha avviato un processo di rinnovamento dei propri strumenti di comunicazione, sia cartacei che digitali.
L’emergenza spirituale più volte denunciata in questi mesi dal nostro Arcivescovo si può affrontare anche così, promuovendo una comunicazione che metta al centro la comunione, la fraternità, il bene comune, che faccia emergere le domande fondamentali della vita, possibilmente attraverso modalità innovative capaci di raggiungere anche chi si sente fuori dal perimetro ecclesiale.