Con la festa dell'Esaltazione della Croce si chiude la Patronale di Novedrate

Al termine delle celebrazioni liturgiche per la Festa del Paese proponiamo questa bella riflessione di don Mauro Taverna Parroco delle Parrocchie di Madonna in Campagna e dei Santi Nazaro e Celso di Arnate


Il nostro Arcivescovo Mario nel suo piano pastorale ci invita a “disporsi a far emergere le domande profonde che interpellano la nostra fede e il pensiero del nostro tempo. E’ lo stimolarci ad un esercizio di interpretazione e di discernimento, per ascoltarci, avviare una lettura della situazione del territorio e cercare di delineare attenzioni e proposte per il nuovo anno pastorale che inizia”.

Per fare questo penso sia necessario partire da una riscoperta: quella della “Via della Croce”. Sì, perché la “Croce” è il dato scandaloso del messaggio cristiano e allo stesso tempo è anche il dato essenziale del messaggio cristiano, il più originale e il più illuminante, quello irrinunciabile. Se la vita cristiana vuole essere trasparenza del Vangelo, deve essere in primo luogo, una trasparenza della via della Croce.

Chiediamoci: che significa, in concreto questo?

Tutto il discorso del Vangelo di Marco ruota attorno ad un centro, che è la Croce. Per l’Evangelista Marco infatti la Croce è lo spartiacque fra vera e falsa ricerca di Dio. Il vero discepolo è il “centurione”, che ai piedi della Croce riconosce il Figlio di Dio nella morte (Mc 15,39): non soltanto nei miracoli, ma in “quella” morte, cioè nell’ostinazione dell’amore e nella solidarietà più radicale egli scopre la presenza salvifica di Dio.

Con questo Marco mostra di intendere la passione non semplicemente come un gesto compiuto, ma come un gesto che rivela i tratti più caratteristici del volto di Dio. La via della Croce è la via dell’amore, una via di donazione, non di conversazione di sé: è un progetto di solidarietà nei confronti di Dio e dei fratelli.

“Una vita per”: questa è la via della Croce!

Ed è una via fatta di ostinazione: gli altri ti emarginano, ti tradiscono, ma tu resti solidale con loro, aggrappato a una solidarietà che va oltre il loro rifiuto. La via della Croce è la via della solidarietà ostinata: come appunto il Cristo che morì per coloro che lo crocifissero. Ma la via della Croce accetta la debolezza dell’amore, la debolezza della solidarietà.

La via della Croce non è soltanto la via del Figlio dell’uomo che muore per noi, vittorioso sul nostro stesso rifiuto. E’ anche la via della fiducia nell'amore. Gesù non ha imposto il suo discorso; l’ha provocato, l’ha affidato al rischio della libertà dell’uomo, ha voluto correre il rischio del rifiuto: tutto questo è la via della Croce. Tutti si aspettavano che Dio imponesse a tutti il proprio discorso: invece Dio ha proposto l’amore, accettando sino in fondo la debolezza. Ma a questo punto occorre ribadire che la via della Croce è la via della risurrezione.

Ciò significa che l’amore sembra sconfitto ma in realtà è vittorioso, sembra incapace di costruire la storia ma in realtà la costruisce, sembra debole ma in realtà è forte. La via della donazione, della solidarietà, della obbedienza a Dio e della fiducia nell’amore è l’unica via che porta alla vita.

Io vorrei iniziare e vivere questo nuovo anno pastorale partendo proprio da qui, da questa certezza, da questa rinnovata consapevolezza, guardare a Cristo che dalla Croce indica e suggerisce i passi da compiere perché la nostra Comunità pastorale sia “segno parlante” per la nostra Città; “faro” che illumina il percorso che ci attende, “sale” che dà sapore alle relazioni e ai rapporti da costruire, “carità” che si fa accoglienza per camminare insieme.

… E lo vorrei fare, insieme a voi!

don Mauro

Parroco della Comunità Pastorale Maria Regina della Famiglia di Gallarate
 

Esci Home