Il cuore ardente della nostra fede

Con il Triduo Santo entriamo nel cuore del mistero pasquale: tre giorni che sono il centro vivo e pulsante della nostra fede. In particolare, oggi, attraverso il dono dell’Eucaristia, siamo invitati a sederci alla mensa con Gesù, a ricevere da Lui il dono più grande: il suo corpo e il suo sangue, offerti nell’Ultima Cena.

Non celebriamo semplicemente un ricordo del passato. L’Eucaristia è un dono che si rinnova ogni volta: qui e ora, il Signore si dona a noi, si fa nutrimento per la nostra vita. Non siamo spettatori, ma partecipi e coinvolti. Il pane e il vino che riceviamo sono davvero la sua persona, offerta per ciascuno di noi.

E se siamo davvero coinvolti, allora quel dramma diventa anche il nostro. Nei nomi degli apostoli ritroviamo i nostri: nei tradimenti di Giuda, nei rinnegamenti di Pietro, nelle fughe degli altri. Il dono dell’Eucaristia anticipa ciò che accadrà sulla croce: non solo una morte, ma una vita donata per amore, per tutti.

Gesù affronta tutto questo non senza lotta interiore. L’evangelista Matteo ci mostra la sua angoscia e la sua preghiera: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu.”

Anche noi, nei momenti difficili, possiamo sentirci fragili, smarriti, tentati di fuggire. Ma proprio lì, Gesù ci è vicino. Ha conosciuto la nostra stessa umanità, ha provato angoscia e dolore, e per questo può comprenderci e accompagnarci. Ci indica la strada: quella della fiducia nel Padre, anche quando è difficile.

Viviamo questi giorni santi lasciandoci toccare da questo amore. Un amore che si dona, che salva, che ci fa nuovi.
 
 

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