Per Crucem ad Lucem
Per Crucem ad Lucem
In preparazione all’elevazione musicale del 6 aprile
Come è nata la tua passione per la musica?
Ho iniziato ad appassionarmi alla musica fin da bambino. È stato proprio l’organo, suonato durante le messe più solenni nella chiesa Beata Vergine Assunta, ad affascinarmi in modo particolare. All’età di sette anni ho iniziato a prendere lezioni di pianoforte e, nell'estate del 2020, anche grazie alla disponibilità di don Mario, ho cominciato a imparare a suonare l'organo da autodidatta per poi iniziare ad animare le S. messe nel 2022.
Canti anche nel coro S. Benedetto di Como, coro legato al movimento di Comunione e Liberazione. Che tipo di voce hai: tenore o basso? Cosa ti piace dell'esperienza di cantare in un coro?
Nel coro S. Benedetto sono un tenore. Del cantare in un coro mi piace molto il fatto che ognuno serve affinché il canto finale venga bene. Molto spesso le singole voci da sole non bastano, quasi non hanno senso, ma quando si mettono tutte insieme fanno vivere il canto, gli fanno acquistare significato.
Anche se in piccolo è il senso di comunità che sperimentiamo che ci fa amare quello che facciamo e ci sprona a dare il meglio di noi ad ogni prova.
Durante le prove nessuno è da solo, si guarda il direttore, ci si ascolta, si fanno e si ricevono commenti e correzioni. Insomma, non si è mai soli nel cammino.
Il coro S. Benedetto [e non San Bartolomeo, come erroneamente scritto nello scorso numero del Serenza Insieme, chiediamo scusa per l'errore!] lo potremo ascoltare nella nostra Comunità Pastorale nella serata di domenica 6 aprile prossimo alle ore 21:00 in chiesa S. Giorgio e Maria Immacolata.
Il titolo dell'elevazione musicale è "Per Crucem ad Lucem". Ci spieghi il titolo? Che tipo di brani canterete? Quale dei brani che canterete ti ha colpito di più?
Quando per questa elevazione spirituale Paola, un membro del nostro, ha proposto "Per crucem ad lucem" subito ci è parso il titolo giusto. Nella vita, con il passare degli anni, è sempre più evidente che la Croce è un'esperienza ineludibile. Non per modo di dire: una Croce nella vita di ognuno che chiede il suo significato. Un dolore che crea una crepa nel cuore. Si può fare finta (solo fino a un certo punto) che questo dolore, questa crepa non esista. Oppure lo si abbraccia e si può scoprire che "C'è una crepa in ogni cosa, è proprio da lì che entra la luce". L'immagine che ci è capitata per il volantino illustra bene questo mistero. La croce in primo piano è in ombra ma il suo braccio indirizza le pecore (in cui ci piace vedere noi stessi) all'orizzonte di luce.
Porteremo soprattutto canti polifonici e a cappella. Ci saranno anche dei canti più moderni nel senso temporale e non stilistico. Molti fanno parte del repertorio quaresimale come lo “Stabat Mater”, in una versione ridotta, e l’“Ave Verum Corpus” di Mozart.
Quest’ultimo in particolare è quello che da sempre mi ha colpito di più, sia dal punto di vista del testo, molto profondo, ma anche dal punto di vista musicale dove le voci di accompagnamento al canto principale eseguito dal soprano portano a momenti di tensione e distensione, da momenti di dissonanza fino ad arrivare alla conclusione finale.
La bellezza della musica può essere una cammino verso il Signore. Ti fa scoprire destinatario di un dono splendido che arriva al cuore! Un dono gratuito. La passione per la musica è un aiuto per il tuo cammino spirituale?
Assolutamente sì. Suonare e cantare mi aiutano molto ad immedesimarmi nella preghiera, prestando attenzione ai testi cantati che, spesso, vengono trascurati (motivo per cui sul libretto saranno presenti le traduzioni dei canti stranieri).
Inoltre, suonando l’organo mi sono accorto di essere molto più presente durante le celebrazioni e questo mi aiuta a viverle meglio.