Maria nell'Avvento ambrosiano

La liturgia dell'Avvento ambrosiano, in due celebrazioni molto importanti ci invita a contemplare il sì di Maria all'Angelo Gabriele: nella festa dell'Immacolata viene letto il brano iniziale “rallegrati Maria, piena di grazia, il Signore è con te”; e poi all'ultima domenica di Avvento, la domenica dell'Incarnazione, viene letto tutto il brano dell'Annunciazione. 
Il motivo per cui ci rivolgiamo a Maria viene dalla stessa volontà di Dio che ha voluto Maria collaboratrice del suo piano di salvezza. Con la sua risposta di fede alla chiamata dell'angelo, Maria è divenuta collaboratrice alla salvezza degli uomini con Cristo. Sulla croce Gesù ha affidato tutti i redenti come figli a Maria e tale maternità continua nella vita di tutti i battezzati. Il dono del proprio essere che Maria ha fatto a Gesù, dandogli la vita di uomo, continua in noi: Maria ci accoglie maternamente e come ogni madre dona se stessa a noi. I doni di Maria per noi che siamo i figli durano per tutta la nostra vita.
C'è un secondo aspetto del nostro rapporto con Maria che riguarda noi e la nostra libertà. Dobbiamo domandarci che cosa significhi essere figli, affinché tra Madre e figli si realizzi veramente la vita. Innanzitutto occorre riconoscere di essere figli.
Il primo passo è quello compiuto dall'apostolo Giovanni: "Il discepolo la prese nella sua casa" (Gv 19,27). Occorre accogliere Maria come madre nostra e mia. Da questa accoglienza dipende l'efficacia e la fecondità della maternità di Maria nella nostra vita e in quella della Chiesa.
Il secondo passo è quello di accettare che Maria entri nella nostra vita per "fare". Quindi occorre accettare che Maria formi in noi la capacità di ascoltare lo Spirito e la parola di Cristo. Maria non ci toglie la libertà, ma stimola la nostra responsabilità di discepoli.
Il terzo passo è quello di conoscere la profondità dell'amore di Maria, la sua disponibilità per il servizio di Dio e per amore di tutti gli uomini. Maria la si capisce amandola, perché l'amore rivela, e conoscendola la si ama di più. La comprensione del suo amore metterà anche noi sulla via dell'amore e della collaborazione gioiosa alla chiamata di Dio.
Il quarto passo è quello dell'ubbidienza a Maria. Gesù stesso nella sua vita terrena ha obbedito a Maria. La ragione di questa obbedienza è certamente la devozione filiale di Gesù, ma più profondamente risiede nella qualità di Maria, che voleva e vuole ciò che Dio vuole. Dio vuole sempre e solo il bene dei suoi figli, che si realizza accettando di vivere l'amore che Lui ci offre. Se Gesù ha obbedito a Maria, vuol dire che questa obbedienza è necessaria anche per noi. Perciò la pietà mariana, la devozione a Maria deve esprimere questa obbedienza. Con questa devozione il credente manifesta la certezza di poter contare su di Lei per essere sostenuti nel cammino della nostra obbedienza all'amore di Dio, ma significa anche divenire per Lei motivo di gioia.
Infine la maternità di Maria porta spontaneamente e necessariamente ad una visione nuova della vita. Agire da figli di fronte a Maria impegna ad agire come lei, a cambiare modo di pensare, d'agire, d'amare. Significa vedere negli uomini i suoi figli, i miei fratelli; e ci sarà più facile vivere con loro, capirli, amarli. Significa fare Chiesa, comunità dell'ascolto e dell'amore, a partire dalla famiglia. Infine significa andare con lei a Cristo fratello e, insieme a Lui, a Dio Padre. Ecco l'aiuto che Maria dà a ciascuno di noi. Accanto a questo decisivo aiuto, accade spesso che Maria ci aiuti nelle difficoltà della vita. Ma questo come dice il Vangelo è un sovrappiù, perché l'essenziale lo abbiamo già: Cristo in noi, speranza della gloria.
In conclusione l’invito a pregare Maria, Sposa dello Spirito Santo, tempio dell’unico Dio e Madre di Speranza del popolo cristiano.

a cura di don Mario

 

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