Aggiornamento situazione ad Aleppo

Come Comunità Pastorale è da qualche anno che ci stiamo prendendo a cuore la popolazione di Aleppo, dando i nostri aiuti economici (penso all’iniziativa “olio per olio” vissuta nella scorsa domenica missionaria). Le notizie che arrivano da Aleppo in quest’ultima settimana ci hanno molto rattristato. Un popolo che dopo 13 anni di guerra (internazionale), l’embargo economico che ha colpito la popolazione, il terremoto del 6 febbraio 2023, e ora l’invasione di Aleppo da parte dai ribelli jihadisti: 15000 persone in fuga, 500 morti. Non abbiamo parole. Nasce una domanda: perché alcune popolazioni subiscono così tanta violenza?
Abbiamo appena festeggiato, il 14 novembre scorso, la grazia ricevuta di essere stati risparmiati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale: l’Arcivescovo ci ha invitato ad essere Comunità contro la guerra, contro ogni guerra. E la guerra sembra rispondere con questo inasprimento proprio verso coloro che ci siamo presi a cuore.
Attraverso Alfredo Frangi del Centro Culturale Padovese di Cucciago abbiamo ricevuto alcuni messaggi di padre Bahjat, eccone qualcuno.

Lunedì 2 dicembre 2024, ore locale 16.00

C’è stato il tragico bombardamento sul nostro Terra Santa College, di cui sicuramento avete sentito parlare. Ringraziamo il buon Dio che nessuno è rimasto ferito. Il bombardamento ha causato gravi danni ad una struttura famosa per un ruolo eccellente nella città, grazie a bene che ha offerto e continua ad offrire a tutti gli aleppini, senza nessuna distinzione di appartenenza religiosa. Nel nostro Terra Santa College tutti sono stati sempre benvenuti: le famiglie, i giovani ed i bambini. Durante gli anni della guerra, dal 2012 fino al 2018 il collegio è stato un rifugio per gli anziani di una casa di riposo che erano stati evacuati, ed oggi è un centro di sostegno psicologico, di sport e di aiuti umanitari, oltre che spirituali. Noi frati francescani della Custodia di Terra Santa ad Aleppo respingiamo ogni violenza e, come tutti sanno, la nostra missione ha un carattere del tutto umanitario; perciò, non ci spieghiamo le ragioni di questo atto e chiediamo alla comunità internazionale di intervenire e fare tutto il possibile per impedire tali violenze su una struttura religiosa. 
Intanto affermiamo di restare per sempre vicino al nostro popolo, a tutti i siriani che hanno bisogno della nostra vicinanza, e vogliamo continuare ad essere uno strumento di pace e di riconciliazione laddove il nostro Signore ci manda. A confermare questo, oggi di buon mattino, i frati del Collegio che hanno passato la notte nel nostro convento che si trova al centro della città, sono tornati in campo, proprio lì al Collegio, per far funzionare il panificio caritativo e poter distribuire il pane ai cittadini. “Quando si tratta di fare il bene nessuno ci deve fermare”, con questa frase e con il sorriso mi ha salutato p. Samhar prima di proseguire.
Anche qui al centro, la nostra mensa per i poveri ha ripreso il suo lavoro, distribuendo più di mille pasti. “Continuiamo a lavorare finché possiamo” mi ha detto Fr. Harout, responsabile della mensa, riferendosi alla possibilità che i fornimenti di cibo e gas scarseggino per i prossimi giorni. Per oggi, per mancanza di benzina e quindi di trasporto, abbiamo dovuto chiedere agli anziani di mandare qualcuno per ritirare i loro pasti che abitualmente ricevono a casa.
In città la situazione è tesa, soprattutto dopo un altro bombardamento aereo che c’è stato stamattina in una zona vicina. C’è il desiderio di tornare alla normalità, ma siamo cosciente che c’è bisogno del tempo che speriamo non sia lungo. 
Ieri abbiamo celebrato la messa domenicale con una grande presenza dei fedeli, ovviamente di quelli che son rimasti in città, questo ci ha dato speranza e forza.
Comincia a comparire li problema delle sepolture dei morti, perché la zona dei cimiteri è diventata pericolosa, visto che si trova molto vicino alla frontiera con i gruppi armati curdi, che si dice hanno messo dei cecchini e non lasciano passare nessuno. Sentiamo dire che presto ci sarà un accordo tra le due parti che assicurerà l’integrazione del quartiere curdo nel resto della città.
Con il cuore pieno di speranza viviamo alla giornata, affidandoci alla Provvidenza che si rende concreta attraverso moltissimi amici che si rendono vicini a noi in tutti i modi possibili.

Martedì 3 dicembre 2024, ora locale 15.30

Il caos temuto, in una situazione di vuoto delle istituzioni pubbliche, comincia a farsi sentire concretamente; infatti, alcuni cominciano a denunciare di aver subito dei furti (non dimentichiamo che le forze armate dei ribelli, già dal primo giorno, hanno svuotato il carcere lasciando liberi tutti i prigionieri). Sentiamo dire che l’acqua mancherà ancora, non si sa fino a quando… ci hanno detto che la questione è legata alla trattativa con le forze armate dei curdi, che dovrebbero abbandonare il quartiere da loro occupato. Le promesse dicono che la questione potrebbe risolversi nei prossimi giorni. 
Le linee telefoniche delle compagnie siriane che abbiamo finora usato sono interrotte, resta la linea internet che ci permette di stare in contatto con il mondo esterno.

Sul versante umanitario abbiamo continuato la distribuzione del cibo e del pane, e nei prossimi giorni distribuiremo alle famiglie rimaste della nostra parrocchia l’aiuto mensile “raddoppiato” con la speranza che si sentano più al sicuro per quanto riguarda i viveri. Tutti gli altri programmi che non hanno una natura urgente sono sospesi. Non sono però sospese le celebrazioni liturgiche e i preparativi per il Natale: per un attimo i nostri giovani hanno dubitato che potessero fare il presepe, che quest’anno ha il tema del giubileo della speranza, ma proprio questo tema li ha spinti a riprendersi le forze per continuare la loro opera. Stamattina decine di persone si sono offerte per pulire la chiesa e così prepararla alle prossime feste, questo aumenta il senso dell’appartenenza alla comunità ed infonde sicurezza nei cuori, perché la vita non si ferma ma va avanti…


 

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