Chiamati ad essere operatori di pace
Chiamati ad essere operatori di pace
Dall'omelia dell'Arcivescovo del 14 novembre scorso
Il nostro Arcivescovo parlando a Figino per l’80° anniversario della giornata del voto invita la nostra Comunità a riconoscere che, per il dono che è stato fatto (la grazia di essere stati risparmiati dai bombardamenti), il Signore ci chiama ad essere OPERATORI DI PACE.
Il Vescovo ci chiede di essere sempre più persone che innanzitutto vivono la pace, si oppongono alla guerra e “pregano per la pace”. Invito tutta la nostra Comunità a prendere seriamente in considerazione, se possibile, la preghiera per la pace che facciamo settimanalmente, come PREGHIERA DI COMUNITÁ.
A cosa serve pregare per la pace?
Qualcuno potrebbe lamentarsi e dire “non serve a niente” dopo anni siamo ancora qui con la guerra in Ucraina. Domanda: ma tu preghi solo per ottenere immediatamente il risultato che desideri? Come se la preghiera fosse un distributore di favori al bisogno?
Dio è Padre che ci ama, è Figlio che ci insegna a guardare al Padre, è Spirito Santo che ci aiuta a non scoraggiarci nelle difficoltà e ci dà la forza per aprire il nostro cuore: al Padre affidiamo le preghiere per chiedere tutto ciò di cui abbiamo bisogno, sapendo che poi si crea un dialogo con Lui in cui noi ci affidiamo con la nostra vita a Dio Padre. Occorre arrivare a questo affidamento totale di tutta la nostra vita. E questo non è immediato.
Noi preghiamo perché il cuore di chi comanda si converta sotto l’azione dello Spirito Santo, lasci aperto uno spiraglio che possa far entrare lo Spirito a cambiare i cuori e sciogliere gli egoismi e la superbia dei potenti di turno.
Noi preghiamo perché si converta il nostro cuore: sia sempre più capace di creare relazioni di pace con chi abbiamo vicino nella vita.
A cosa servirebbe pregare per la pace in Ucraina se poi in famiglia si litiga? Se poi a scuola faccio il bullo? O se me ne approfitto degli altri nella società?
Noi preghiamo mettendoci davanti al Santissimo Sacramento, in ascolto della parola del Vangelo domenicale e lasciando un ampio momento di silenzio davanti all’eucarestia per la preghiera personale: è questo il momento più importante! Non sono le nostre parole e preghiere i momenti importanti, ma è il silenzio del nostro cuore che finalmente si mette in ascolto del silenzio di Dio: intuizioni, preghiere di intercessioni, decisioni per scelte personali… nascono dalla relazione con Gesù presente nell’eucarestia. Nasce anche un sentimento di gratitudine infinito nel nostro cuore pensando al dono della vita ricevuta, il dono della fede, della famiglia e degli affetti più cari che abbiamo. Ascoltiamo infine le parole del Papa e del nostro Vescovo che spesso riprendono il tema della pace.
Propongo l’estratto di un articolo di Alessandro D’Avenia che parla della gentilezza: anche da questo tema si può partire per scegliere di vivere gesti concreti che creano pace nel nostro quotidiano.
Costruiamo la pace a partire dai nostri gesti quotidiani!