Il tempo di Avvento
Il tempo di Avvento
Oggi, domenica 17 novembre, è la prima domenica di Avvento
Il Natale oggi è minacciato da un falso natale, che prepotentemente ci invade, ci insidia e ci narcotizza fino al punto da non vedere più e non sentire più il richiamo del vero Natale. Oggi la via di Betlemme è ostruita da tanti detriti d'orgoglio, di vanità, di egoismo, di indifferenza, di violenza. Per questo tante persone non riescono ad arrivare a Betlemme per far rifornimento di speranza e di pace. Bisogna ripulire la strada! A dare consistenza alla nostra speranza di pace e di umanità ci aiuta Sant'Agostino:
«La nostra attesa non serve ad aspettare la sua venuta, ma ad orientare il nostro sguardo nella giusta direzione della sua presenza. Colui che attende con pazienza vedrà che la presenza del Signore pian piano si fa più viva, la fede nell'attesa si rafforza, gli avvenimenti di ogni giorno acquistano un significato davanti al Signore, lui stesso - il Signore - ci sembra meno lontano, diviene più familiare... Colui che attende non resta deluso, vede gli indizi e continua a cercare con perseveranza».
Con la fede e il cuore di Sant'Agostino contempliamo i personaggi che hanno vissuto il vero avvento:
Maria
Maria è la protagonista per eccellenza del tempo liturgico dell'Avvento. La sua attesa gioiosa, trepidante, silenziosa nella fede, pur incapace di comprendere sino in fondo ciò che avviene in lei e tramite lei, è modello della Chiesa che nella fede a Cristo incarnatosi, morto e risorto, vive nella gioiosa attesa della sua venuta nella gloria alla fine dei tempi, pur vivendo le ansie e le difficoltà della storia personale e comunitaria che nel silenzio rilegge alla sua luce.
Papa Francesco ha sottolineato che «Maria è la "via" che Dio stesso si è preparato per venire nel mondo» ed è «colei che ha reso possibile l'incarnazione del Figlio di Dio, "la rivelazione del mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni" (Rm 16,25)» grazie «al suo "sì" umile e coraggioso». La presenza della solennità dell'Immacolata Concezione - 8 dicembre - fa parte del mistero che l'Avvento celebra: Maria è il prototipo dell'umanità redenta, il frutto più eccelso della venuta redentiva di Cristo.
Isaia
Un'antichissima tradizione ha assegnato all'Avvento la lettura del profeta Isaia perché in lui, più che negli altri profeti, si cova un'eco della grande speranza che ha confortato il popolo eletto durante i secoli duri e decisivi della sua storia. Nei momenti di difficoltà e di sfiducia, il profeta ridestava la speranza nel cuore del suo popolo invitandolo ad avere fiducia nelle promesse di salvezza di Dio. Isaia ci offre una serie di annunci messianici in cui possiamo scorgere quasi in filigrana la figura e le opere di Gesù stesso. La sua nascita verginale (cap. 7), l'annuncio della sua venuta a portare la pace (cap. 9), la sua opera sorretta dal dono dello Spirito cap. 11), la sua opera messianica di liberazione dal male (cap. 61), la sua passione, morte ed esaltazione (cap. 53). Come Isaia ogni comunità cristiana che si prepara al Natale è invitata ad accogliere con fede la Parola del Signore e a portare in ogni situazione segni di speranza e di riconciliazione.
Giovanni il battista
«Ecco l'Agnello di Dio!» (Gv 1,36). Giovanni si definisce come colui che attualizza il profeta Isaia: «Io sono voce di Colui che grida nel deserto: preparate le vie del Signore» (Gv 1,23). È il segno dell'attesa a cui tutti dobbiamo guardare. La missione di Giovanni Battista rimane e continua nella Chiesa, poiché ogni cristiano ha la missione di preparare la via del Signore, di annunciare la Buona Notizia. Come lui, anche la Chiesa, ognuno di noi, deve essere testimone della luce, lasciando il primo posto allo Sposo, perché lui cresca e noi diminuiamo.
Giuseppe
Altro protagonista importante è san Giuseppe: egli ci insegna non a parole, ma con i fatti la disponibilità autentica e totale a ricevere la visita straordinaria di Gesù, Figlio di Dio. Uomo giusto appartenente alla stirpe di Davide, sposo della Vergine Maria, è chiamato a custodire il Redentore. Tramite Giuseppe, il Figlio di Dio entra a far parte "giuridicamente" dell'umanità e tutta la vita "privata" di Gesù è affidata alla sua custodia. È lui, come gli aveva detto l'angelo, a dare il nome al figlio chiamandolo Gesù (Lc 2,21), in una società dove l’attribuzione del nome significava affidare un programma di vita. Giuseppe ci insegna ad agire per fede, come egli fu fiducioso nella promessa di Dio e vi cooperò con le opere (Rm 4,20-22); ci insegna, inoltre, ad accogliere con consapevole fiducia il disegno che Dio ha per noi anche e soprattutto quando è indesiderato, fuori dai nostri progetti o gravido di difficoltà; ci insegna la delicatezza del ruolo genitoriale ed educativo, che non può limitarsi al mero atto generativo e biologico, ma apre alla bellezza di una genitorialità che va oltre, alla luce del messaggio evangelico della salvezza. Guardiamo a san Giuseppe e chiediamogli l'aiuto per imitarlo nei suoi profondi atteggiamenti di fede, umiltà e disponibilità verso i desideri di Dio.