Il Santuario di Figino Serenza

Chi giunge a Figino non può non scorgere il campanile della parrocchiale, che svetta solitario sul punto più alto del paese, volgendo il suo sguardo un poco austero sui tetti delle case sottostanti. 

Ma al visitatore attento non sfugge un secondo campanile, più modesto eppure nobile nella sua fattura architettonica. 
È di antichi mattoni rossi e lo stile è quello romanico, anche se la sua costruzione risale alla metà del ‘500. 
È il campanile del Santuario della Madonna di San Materno. 
Questa chiesetta rappresenta il cuore più intimo della fede di Figino. 
Era l’antica parrocchiale, fondata fin dal IX secolo e posta sotto la protezione di San Materno, settimo Vescovo di Milano. 
Le fondamenta di questa prima chiesa sono ancora visibili all’interno dell’attuale. 
Ma la vicenda del Santuario si lega all’immagine della Madonna in esso venerata. 

È la tela della Vergine con in braccio il Bambino, collocata sopra il tabernacolo e appellata con il titolo di Madonna di San Materno. 
Riproduce l’antico affresco, andato perduto. 
Fu davanti a questa immagine che il 2 febbraio 1658 avvenne un primo miracolo: una donna di Cantù, che da due anni era oppressa da inspiegabili febbri susseguitesi al morso di una serpe, entrata in Santuario si sentì “tutta piena come di fuoco ardente” e dopo circa mezz’ora ebbe la sensazione di essere guarita. 
E così avvenne. 
Da allora altri miracoli sono raccontati nelle cronache del Santuario, in particolare guarigioni di ossessi. 

Chi entra nel Santuario prova un immediato senso di armonia e di calore. 
È la gioiosa festa dei colori voluta negli anni ’50 dal pittore Ernesto Bergagna della scuola del Beato Angelico di Milano. 
Sulla parete che divide l’altare dalla navata e che si para davanti allo sguardo del fedele è dipinta la scena dell’Annunciazione: l’angelo Gabriele porta il lieto annuncio a Maria. 
Gli sguardi, i colori, le ombre e le luci si fondono in una musica dolce di fede e di stupore, di mistero e di umiltà. 
La scena è dominata da Dio Padre che dall’alto contempla colei che accoglie la Parola. 
Le parole dell’Annunciazione sono scritte in latino e con l’alfabeto floreale, simpatica licenza dell’Artista.
Il soffitto a volte di botte, con la sua forma e il suo colore caldo, ispira all’osservatore la ricerca del cielo e del suo significato colmo di speranza e di pace nella vita credente. 
Le stelle geometricamente ed armonicamente poste, coronano l’opera di tranquillità e di serenità. 
A completamento della decorazione concorrono alcuni simboli, che esprimono le caratteristiche che la Madonna assume nella pietà cristiana: il giglio, la pianta nel giardino rinchiuso, la fonte d’acqua zampillante, la porta sigillata con l’emblema della Croce e poi ancora le scritte di alcune invocazioni tratte dalle Litanie lauretane, tutte inizianti con il titolo “Mater” per indicare il primo dogma mariano definito nel Concilio di Efeso del 431.

La festa più importante legata alla Madonna di San Materno è la “Festa del Voto”, che si celebra il 14 Novembre, a ricordo della supplica che nel 1944 venne elevata dal Parroco Don Ercole Terruzzi e dal pio popolo figinese per impetrare dalla Vergine la salvezza dai bombardamenti bellici.
Il paese, che ospitava una grossa acciaieria, la Ferriera Orsenigo, che dava lavoro a oltre 600 operai, era tra i bersagli bellici segnalati.
La popolazione viveva nella paura e il Parroco si rivolse al Beato Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster per chiedere consiglio. 
Il Cardinale non esitò: conoscendo la Parrocchia disse subito di chiedere la grazia alla Madonna di San Materno, impegnando la popolazione con voto solenne. 
Lo stesso Cardinale scrisse la supplica e la Parrocchia si impegnava, ogni anno, a celebrare con particolare devozione la giornata del Voto. Inoltre la Parrocchia si consacrava a Maria e i capofamiglia si impegnavano nella recita quotidiana del Rosario in famiglia, firmando un registro che venne murato nell’altare e che purtroppo andò perso nei lavori di restauro postconciliari.

Così si legge nel Chronicon parrocchiale:

5 Novembre 1944: Voto alla Madonna. A seguito del desiderio di Sua Eminenza Rev.ma il Cardinal Schuster di  impegnare la parrocchia con voti particolari per la preservazione dai bombardamenti,  la nostra parrocchia, previa debita preparazione spirituale, oggi, dopo l’Ufficiatura solenne per i Caduti, alla presenza della popolazione tutta, a mezzo e per voce del parroco, fa voto di celebrare ogni anno il 14 Novembre, una giornata intiera di Santi Rosari con turni di preghiera dall’alba alla sera e solenne Santa Messa votiva.
14 Novembre: Prima giornata del Voto.
Sono tre i frutti che vogliamo assicurarci dalla nostra consacrazione a Maria
1. frequenza alla dottrina cristiana. 2. Accrescere i Battesimi 3. Sia Figino una parrocchia mariana, non solo consacrati ma protetti dalla Madonna, parrocchiani che la vogliono amare in modo straordinario. Oh Madonna buona deh preserva la nostra cara Figino, tua diletta parrocchia sulla quale Tu domini invocata ed amata, tieni lontani bombardamenti e stragi e qui ogni 14 Novembre tutti assieme reciteremo sempre le tue lodi o clemente o pia o dolce Vergine Maria.
Don Ercole Terruzzi

La Madonna accolse la preghiera e Figino non fu mai bombardata. 
Da allora, ogni 14 Novembre, si adempie al Voto e da mattino a sera, esposto il SS. Sacramento, si susseguono celebrazioni e recita ininterrotta di Rosari, con la solenne Santa Messa di ringraziamento a Dio, che sempre è fedele e si china sul suo popolo.

Durante l'anno gli orari del Santuario sono i seguenti:
  • La chiesa è aperta tutti i giorni dalle ore 8.00 alle ore 19.00. 
  • La Santa Messa viene celebrata il mercoledì alle ore 20.30.
  • Ogni giorno alle ore 15.30 avviene la recita pubblica e perpetua del Santo Rosario. 
  • La domenica e nelle festività mariane alla recita del Rosario segue il canto del Vespro. 


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