23 maggio 2024 - Pellegrinaggio della Comunità Pastorale

Ha piovuto mentre salivamo sul pullman alle ore 7:30 del mattino, ha piovuto quando siamo scesi dal pullman al ritorno alle ore 19:00: ma durante tutta la giornata di pellegrinaggio non abbiamo dovuto aprire gli ombrelli!
“Bisogna fidarsi del Signore!” ci ha ripetuto Madre Maria Grazia, la Madre Badessa originaria di Figino, e ora alla guida, con l’aiuto dello Spirito Santo, di una delle Comunità monastiche con un grande patrimonio spirituale e un alto numero di vocazioni (attualmente sono in 65 monache, di cui 8 novizie).
Il pellegrinaggio è nato dal desiderio di visitare il monastero in occasione del 50esimo anniversario di fondazione (11 ottobre 1973).
Abbiamo celebrato la S. Messa per le monache e la loro Comunità e abbiamo incontrato la Madre Badessa Maria Grazia Girolimetto. Riporto alcune frasi che più mi hanno colpito.
Chi è davvero libero?
Molte persone approdano all’isola in ricerca spirituale, sanno che qui possono essere custodite, e a volte si sorprendono di come le accogliamo con spirito libero senza giudicare. Quando partono da qui ci dicono con sorpresa che credevano che ad essere “dietro le sbarre” fossimo noi monache, invece riconoscono che “dietro le sbarre” sono proprio loro che vivono in preda a molti CONDIZIONAMENTI.
Qual è la missione delle monache?
Due parole: OFFRIRE e INTERCEDERE. La nostra missione è quella di offrire la propria vita. Tutto quello che si fa è offerto al Signore: tutto diventa prezioso. L’offerta che vale è la FEDELTÀ DELLE PICCOLE COSE.
Inoltre INTERCEDIAMO: letteralmente “camminiamo insieme” tra l’umanità e Dio. 
È facile vivere in Comunità?
Vivere insieme è un’arte e una sfida continua. È difficile vivere insieme. Non ci si è scelti, e si vive gran parte della giornata insieme (la preghiera, il lavoro, i pasti,…) tranne quando ciascuno è nella propria cella (e si tira il fiato!). Se non si mette l’altro davanti a sé non è possibile vivere insieme: prima deve venire l’altro.
Per poter stare insieme occorre sapersi PERDONARE. O le nostre battaglie le risolviamo dentro di noi oppure avremo sempre qualcuno “contro” di noi. 
Se non sappiamo perdonarci per piccole cose (quali malintesi, parole sbagliate,…), queste si ingigantiscono e diventano massi che non riusciamo a spostare più. Ogni sera in monastero ci chiediamo sempre perdono tra di noi, davanti a tutte. Noi monache cerchiamo sempre di disinnescare ciò che crea divisione: a volte è dentro di noi, e a volte è il Maligno che mette in noi la divisione.
Cos’è la preghiera?
La preghiera è la vita: pregare è respirare Cristo! Tutto quello che facciamo è culto offerto: anche il pulire la casa, se fatto con la consapevolezza “per chi lo faccio” diventa un atto di preghiera.
Poi è importante sapersi RITAGLIARE TEMPO per pregare faccia a faccia con il Signore. Occorre saper custodire momenti di preghiera personale e comunitaria.
Una parola da portare a casa?
Vi affido un’indicazione: dobbiamo fidarci dell’autorità preposta nella Chiesa. Lo Spirito Santo c’è per davvero, agisce sempre, e guida chi ha autorità. Occorre a volte sospendere il giudizio e dire “mi fido” a chi svolge il compito dell’autorità nella Chiesa.
Vi consegno due parole: CREDO e RINUNCIO.
CREDO che il Signore è più forte di ogni fatica, CREDO che mi darà la forza per affrontare le difficoltà, CREDO che potrò vincere questo momento negativo …
RINUNCIO alle seduzioni del Maligno; RINUNCIO alla menzogna; RINUNCIO  a giudicare;  RINUNCIO a mormorare …

 

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